lunedì 5 settembre 2011

Questioni meridionali

Il Macchia Blues festival, giunto quest’anno alla sua XII edizione, si svolgerà nei giorni 8, 9 e 10 Settembre 2011.

Gli obiettivi del festival: sviluppo dell’informazione sulla musica blues e le tematiche odierne ad essa annesse, e soprattutto essere di sprono ed accoglienza per chi volesse iniziare attività formative contigue, vogliono essere ancora perseguiti.
Riproporremo così le formule del concorso musicale di chitarra blues, delle narrazioni tematiche e del cinema in chiave blues.
Le giornate saranno ancora articolate intorno all’allestimento di seminari, raduni e concerti itineranti per le piazzette del centro storico del paese, facendone rivivere le intime caratteristiche.

Il tema portante è quello delle “questioni meridionali”, ovvero della convergenza tra l’humus sociale che contribuì alla nascita del blues negli stati del Mississippi e Louisiana, e da questo alla ricostituzione di una segregata cultura afroamericana nei sobborghi dell’integrazione razziale, e quello – diametralmente a noi più vicino per scolarizzazione e attualità – del bracciantato agricolo suditaliano con le emergenti richieste d’emancipazione che in entrambi i casi non corrisposero alla loro promessa realizzazione.
La mancata ridistribuzione dei terreni agricoli fu la concausa sia della ghettizzazione dell’emigrato nero nelle metropoli industriali di Chicago e Detroit, dove l’ex schiavo coloniale dovette riscoprirsi operaio di fabbrica dimostrando l’abolizione della schiavitù la farsa della legge sul contenuto della percezione cittadina dell’alterità,  che l’armamentarsi, nel decostituito Regno delle due Sicilie, in bande di briganti resistenti alle condizioni unitarie represse dal permanente stato d’eccezione che la Legge Pica del 1863 inaugurò.




Ripensare le questioni meridionali partendo dall’espressività del blues ci consentirà così di soffermarci, attraverso piccoli interventi preparati da giovani ragazzi offertisi di esporre in un lessico antiaccademico le loro ricerche, sul diatonico passaggio e circolazione dal blues alla musica popolare del Mezzogiorno.

Franco Morone si inoltrerà nel suo concerto di Venerdì 9 Settembre dall’armonia della chitarra classica nel blues a quella della tradizione tarantellistica nostrana. Lo stesso curerà durante il pomeriggio un seminario sulla tecnica del Delta Blues del “fingerpicking”.
Contemporaneamente David Hartley allestirà in collaborazione con Ferdinando Ghidelli il seminario introduttivo per pubblico e raduno di chitarristi italiani di pedal steel, uno dei più rari tra gli strumenti a corde. La promozione dell’incontro spontaneo e dell’aggregazione dei musicisti di questa particolare chitarra orizzontale dotata di pedali per le differenti tonalità e di slide metallico esprime al meglio la volontà del festival di aprirsi ad una gestione collettiva dei suoi spazi, dando la possibilità ai musicisti di poter produrre nuove esperienze estemporanee.
È per questo che sono state messe a disposizione a chiunque volesse partecipare ai “suoni in libertà per i vicoli e le piazzette del centro storico” delle abitazioni comunali da consegnare gratuitamente agli ospiti del festival, invitandoli a cessare di essere pubblico per divenire interprete diretto di un festival consegnatosi all’improvvisazione del musicista.
I concerti del Sabato interpretano la tematica portante concentrandosi sul tentativo di dialogo tra le tradizioni del blues prelevate altrove ed espressesi  nel panorama italiano. Lino Muoio, componente decennale dei Blue Stuff, presenterà in anteprima il suo lavoro di ricerca sul mandolino nel blues, affrontando accuratamente la zona commista, inaspettata e di passaggio con la musica napoletana.
Paolo Bonfanti invece canterà il suo blues genovese, ripercorrendo gli influssi delle musiche tranviarie che influenzarono alcuni tentativi in blues degli stessi Lauzi, De André, Paoli. Ci verrà chiesto al termine della jam session tra gli apparentemente distanti percorsi di cogliere le differenze in queste due macrovarianti del processo di assorbimento della musica industrializzata americana.

Il Macchia Blues non è sostenuto da alcun finanziamento pubblico.




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